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Bilancio previsionale, la guida completa (con un Excel gratuito!)

Il bilancio previsionale ti suonerà come un concetto familiare, se stai pensando di diventare imprenditore o se lo sei già. Non c’è attività imprenditoriale che possa iniziare senza. Ma in questo articolo andremo più a fondo: con Agicap imparerai tutto ciò che c'è da sapere sulla definizione, sul calcolo e sulle voci essenziali per elaborare un previsionale vincente. Non importa se sei alle prime armi o un imprenditore esperto, questa guida ti aiuterà a vedere più chiaro. E se non basta*, scarica subito il modello Excel gratuito*!

Che cos’è un bilancio previsionale? Definizione, significato, riferimenti normativi

Per definizione, il bilancio previsionale è un documento contabile che rappresenta una stima della situazione economica, finanziaria e patrimoniale di un’azienda, in un periodo futuro rispetto a quello attuale. Proprio per questa sua natura, il bilancio previsionale è una delle componenti principali del business plan , consentendo così all’amministrazione – e ai possibili investitori – di osservare le performance economiche e finanziarie future dell’impresa.

In sostanza, il bilancio previsionale si presenta come una panoramica dello stato patrimoniale e non solo, valida nel breve e lungo termine. Elaborare un bilancio previsionale significa, di fatto, verificare la sostenibilità del progetto imprenditoriale, nonché la solvibilità dell’intera azienda, per un periodo che può arrivare ad abbracciare fino a tre anni – per esempio nel caso degli enti pubblici.

Insomma, parliamo di uno strumento essenziale per pianificare con efficacia gli investimenti, i finanziamenti a breve, medio e lungo termine, e le strategie da adottare per raggiungere i propri obiettivi di business. Si tratta però di un documento facoltativo, almeno per le imprese private: non esiste alcuna legge che impone alle aziende di redigere un bilancio previsionale. Soltanto le PA, e gli enti locali come i comuni, sono tenuti a compilarlo; tutte le altre attività possono farne a meno.

Eppure si compila lo stesso: perché? Approfondiremo in seguito l’importanza del bilancio previsionale in azienda. Qui ci limitiamo a dire che, se sei alle prese con la preparazione di un business plan, il bilancio previsionale può dare concretezza al tuo progetto imprenditoriale.

Bilancio previsionale e bilancio consuntivo, quali differenze?

Per capire la differenza tra previsionale e consuntivo , bisogna prima chiarire che con bilancio consuntivo si intende il bilancio civilistico , o d’esercizio.

Il bilancio consuntivo è quindi il documento contabile che consente all'azienda di rendere conto – da lì il nome – della situazione patrimoniale, economica e finanziaria – e quindi di costi e ricavi, entrate e uscite, avvenuti durante un determinato periodo di tempo, solitamente un anno solare. La redazione del bilancio consuntivo è obbligatoria per legge, rappresenta quindi un documento contabile fondamentale per la gestione e la valutazione delle performance aziendali, e osserva quanto è avvenuto fino a quel momento – ovvero fino al momento della sua redazione, a chiusura dell’esercizio.

Il bilancio previsionale, di contro, è un documento che “prevede” le performance dell'azienda, e le proietta in un determinato periodo futuro, in genere tra i 6 e i 12 mesi. È perciò uno strumento che valuta la fattibilità dei progetti aziendali, e che si rivela particolarmente utile per le imprese nascenti, o quelle ancora in fase progettuale. Per di più, come abbiamo già accennato, offre un enorme supporto nella pianificazione finanziaria , perché può prevedere il cash flow futuro.

Le principali differenze tra il bilancio previsionale e il bilancio consuntivo riguardano, quindi, il periodo di riferimento, ma anche la natura delle informazioni contenute. Il bilancio consuntivo , per esempio, è affidabile al 100% perché prodotto su dati reali e verificati. Il bilancio previsionale è invece una proiezione e, come tale, ammette sempre una minima percentuale di errore.

Come costruire un bilancio previsionale aziendale, per il business plan e non solo

Per costruire un bilancio previsionale aziendale bisogna partire da un’attenta analisi della situazione patrimoniale e finanziaria dell'azienda (intesa come quella attuale ). A questa, va aggiunta una buona conoscenza delle prospettive di mercato e delle dinamiche del settore in cui l'azienda opera.

Il bilancio previsionale si compone di tre elementi essenziali :

• stato patrimoniale
• conto economico
• rendiconto finanziario

In certi casi particolari – per esempio nel caso di bilanci previsionali redatti da comuni o altri enti pubblici – a questi tre elementi si aggiunge la nota integrativa .

Cos'è lo stato patrimoniale previsionale (o budget patrimoniale)?

Nella prima componente del bilancio previsionale, e cioè lo stato patrimoniale previsionale , definito anche budget patrimoniale , sono indicati i beni e i diritti posseduti dall'azienda (quindi le attività), le fonti di finanziamento utilizzate per acquistare questi beni (ovvero le passività) e – non per ultimo – il patrimonio netto previsionale, che rappresenta una proiezione della differenza tra attività e passività future.

Come si realizza un conto economico previsionale?

La seconda componente essenziale del bilancio previsionale è il conto economico previsionale , che riporta i ricavi , le spese operative, ma anche gli interessi, le imposte e tutte le altre entrate e uscite non operative – registrati, però, sempre in chiave previsionale. Questo vuol dire che il conto economico effettivo sarà il punto di partenza fondamentale: da lì, integrando altre informazioni relative all’andamento del mercato, sarà possibile costruirne la sua versione previsionale.

Cosa vuol dire rendiconto finanziario previsionale (o budget di tesoreria)?

Il rendiconto finanziario previsionale – definito anche budget finanziario o budget di tesoreria – rappresenta invece una proiezione delle entrate e delle uscite in azienda. Il budget perciò riporta il cash flow previsionale , elaborato in base ai flussi di cassa già registrati – flussi di cassa relative alle attività operative, finanziarie e di investimento. Un documento come il rendiconto finanziario previsionale è imprescindibile per valutare l’andamento futuro della liquidità disponibile, nonché la capacità della tua azienda di far fronte ai suoi debiti.

Perché il bilancio previsionale è così importante?

Avere un bilancio previsionale agevola l’azienda per diversi motivi. In primo luogo, perché ti dà accesso a una visione chiara e dettagliata della situazione aziendale nel medio e lungo termine. Per esempio, guardando anche solo al budget di tesoreria , ci accorgeremo ben presto dei suoi vantaggi: un previsionale di cassa individua ogni possibile criticità, e ti guida verso la definizione di una strategia mirata per migliorare i livelli di liquidità .

Il bilancio previsionale si rivela poi particolarmente utile nel calcolo del fabbisogno di capitale circolante , in altre parole della quantità di liquidità necessaria per far fronte alle esigenze operative dell'azienda. Come forse già saprai, il fabbisogno di capitale circolante dipende da molti fattori, tra cui: il ciclo di produzione e vendita dell'azienda, la stagionalità del mercato, la politica di credito verso i clienti e la gestione dei fornitori, ecc. Con un bilancio previsionale accurato, l'azienda può stimare con precisione il suo fabbisogno di capitale circolante, tenendo ovviamente conto di tutti questi fattori e di possibili variazioni future.

Di conseguenza, il bilancio previsionale permette di analizzare la sostenibilità economica dell'azienda . La previsione dei guadagni, e in generale la previsione delle entrate, unita a un prospetto delle spese, consente di individuare eventuali sbilanciamenti tra entrate e uscite . In questo modo, il bilancio previsionale diventa anche uno strumento importante per la gestione del rischio finanziario , che identifica potenziali problemi e individua azioni preventive.

Non bisogna poi sottovalutare l’importanza del bilancio previsionale per la valutazione della redditività dell'azienda – nel medio e lungo termine. E non solo: proprio ricorrendo a questo documento, hai la possibilità di individuare nuovi margini di profitto o, più semplicemente, di definire strategie per incrementare i ricavi e ridurre i costi . Questo vale anche per la pianificazione degli investimenti futuri – siano essi investimenti in beni durevoli o meno – e dei finanziamenti a breve e lungo termine.

Insomma, avere un bilancio previsionale è fondamentale per la gestione (operativa, finanziaria, ecc.) di qualsiasi azienda, a prescindere dalle loro dimensioni.

I 3 errori da evitare nella redazione di un bilancio preventivo

Se è vero che il bilancio previsionale aiuta a gestire al meglio le risorse, è vero anche che alcuni errori possono compromettere l’efficacia del documento, con un effetto negativo sulle performance aziendali. Sono almeno tre gli errori da evitare assolutamente:

Non definire in modo preciso i capitoli di spesa (e altre voci) già nel bilancio consuntivo. Un budget deve essere costruito su una base solida di voci di spesa e introiti, in modo da poter pianificare il flusso di cassa e le attività future dell'azienda. Se non si definiscono in modo preciso i capitoli di spesa, si rischia di perdere il controllo sui costi e di incorrere in sorprese sgradevoli.

Trascurare alcuni elementi dell'attivo, così come riportati nel bilancio consuntivo . Il budget deve tenere conto di tutte le entrate e le uscite previste per l'anno a venire, compresi gli investimenti a lungo termine e le somme di denaro vincolate. In questo modo, si può pianificare in modo realistico il flusso di cassa previsionale, e garantire la solidità finanziaria dell'azienda.

Sottovalutare i debiti verso il personale, spese accessorie e la contabilizzazione del loro rispettivo ammontare . È importante considerare tutti i costi del personale, compresi i contributi previdenziali e le indennità, per evitare sorprese inattese e garantire una corretta gestione del budget. Inoltre, è importante anche considerare i tassi di interesse sui finanziamenti a breve, medio e lungo termine, per avere un prospetto preciso, e questo include anche un loro possibile rialzo.

Se vuoi costruire un budget solido e realistico – a prescindere dal fatto che sia economico, patrimoniale o finanziario – è importante prestare la massima attenzione a questi errori. Soltanto questo può consentire all'azienda una gestione delle risorse finanziarie efficace, e il raggiungimento dei propri obiettivi a lungo termine.

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— BUSINESS PLAN —

Quanto puoi guadagnare con uno store patata24.

Il format del Patata24 è assolutamente nuovo e non c'è al mondo uno storico che può essere preso a riferimento per la determinazione analitica dei potenziali incassi dello store. Comunque noi abbiamo incrociato i nostri dati relativi agli store tradizionali di distributori automatici che realizziamo da oltre 20 anni con la potenzialità di consumo di patatine fritte ricavata dai dati di nazionali di vendita del prodotto specifico, riuscendo a formulare un business plan secondo i nostri esperti piuttosto realistico della capacità di redditività dell'attività dello store.

Meglio automatico?

Anni fa è esplosa la tendenza dei negozi di patatine fritte aperti da diversi marchi in franchising che hanno avuto un grosso successo iniziale ma poi, dopo poco tempo, hanno subito un brusco declino fino alla situazione attuale in cui ne rimangono veramente pochi rispetto al boom iniziale. Questo perché i costi di gestione di negozi che necessitavano di molto personale, spesso organizzato su due o tre turni e con orari molto lunghi, soprattutto serali e festivi sono diventati presto insostenibili, appena calato l'entusiasmo iniziale dei consumatori. Ovvero erano negozi strutturati per potersi reggere economicamente solo attraverso imponenti fatturati che, ovviamente, è molto difficile mantenere sempre alti e costanti nel corso del tempo. Inoltre la forte concorrenza di negozi simili ma con marchio differente ne ha pregiudicato di molto la redditività e la marginalità.

Per questo abbiamo scelto la modalità automatica. Dopo aver sostenuto l'investimento iniziale, infatti, le spese di gestione sono davvero essenziali, non dovendo assumere personale e non utilizzando macchinari che necessitano di grande manutenzione.

Si pensi che l'investimento di una soluzione media tutto incluso da 43.500 euro, ammortizzabile in 5 anni a meno 10 mila euro l'anno non è minimamente equiparabile all'assunzione di due dipendenti (il minimo per una attività del genere) che tra stipendi, contributi, malattie e problematiche varie non costerebbero meno di 200.000 euro in 5 anni di attività (senza considerare i costi delle attrezzature e delle stigliature del locale).

Quindi è una attività ideata per creare valore aggiunto e guadagni che possano rendere assolutamente vantaggioso tale investimento.

Il vantaggio del negozio automatico è quello di essere sempre aperto 24 ore su 24 e 365 giorni l'anno. Questo non è di poca importanza poiché rispetto ad una qualsiasi altra attività con personale più che raddoppia l'orario e le possibilità di vendita. Per quanto riguarda poi il nostro prodotto principale che sono le patatine fritte possiamo dire con certezza che sono un alimento che può essere consumato praticamente ad ogni ora del giorno e della notte e che ha, comunque, orari di maggior consumo il pomeriggio e la sera, fino a notte fonda e nei giorni festivi, orari e giornate nelle quali essere aperti con personale diventa particolarmente problematico.

Concorrenza?

Uno dei fattori più interessanti di questo nostro progetto è che non abbiamo concorrenti. Il distributore di patatine fritte è unico a livello mondiale e noi siamo gli esclusivisti per l'Italia.

L'apertura del Patata24 ti garantirà anche una zona di esclusiva indicativamente di 30/50 mila abitanti (in base alla realtà della location) che ti tutelerà nell'investimento anche per il futuro.

Non potrai mai avere negozi similari concorrenti nella tua zona poiché non esistono realtà assimilabili a questa.

I negozi automatici tradizionali, quelli che vendono prevalentemente bibite e snack freddi non potranno mai avere lo stesso riscontro commerciale di un negozio che vende oltre alle bibite e agli snack anche calde e fragranti patatine fritte appena fatte!

— IPOTESI DI BUSINESS PLAN  —

Per un investimento top da 65.000 euro.

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Ogni  obiettivo raggiunto diventa il punto di partenza verso la tappa successiva. La risoluzione di un proposito oggi, presupposto per i passi di domani. Essere imprenditori è questo! Visione Azione e Risoluzione è l’approccio con cui VAR affianca i propri partner durante il cammino di imprenditori.

Metodo: Visione, Azione, Risoluzione

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Siamo convinti che la sola competenza individuale e la buona volontà, non bastino a svolgere la consulenza al meglio! VAR investe molte risorse in strumenti diagnostici e informativi, per fornire supporti quali/quantitativi ai suoi consulenti e di conseguenza alle aziende clienti.

Il  codice etico qui riportato , esprime un sentimento condiviso sul modo di svolgere la consulenza. I nostri valori fondanti derivano dalla passione per il nostro lavoro, sono rappresentati dalla professionalità che mettiamo in campo ogni giorno e vedono le aziende al centro di tutto il nostro operato.

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PLAN SRL è una società che svolge l'attività di FABBRICAZIONE DI MACCHINARI ED APPARECCHIATURE NCA.

L'ultimo bilancio d'esercizio depositato nel Registro delle Imprese da PLAN SRL nell'anno 2021 riporta un fatturato di € 13.742.499. Il fatturato qui riportato è il fatturato lordo.

Il codice ateco utilizzato è 28.90.00. La partita IVA di PLAN SRL è 00795160522.

PLAN SRL ha la sua sede in VIA DELLE NEBBIE, 5-7-9, 53043, Chiusi.

L'andamento del fatturato di PLAN SRL è in aumento rispetto all'anno precendente del 49.65%.

Andamento del Fatturato

La tabella seguente mostra l'andamento del fatturato negli ultimi 3 anni.

Dove si trova

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Comas Srl – Un gruppo storico che punta sull’innovazione

In comas live on december 07, 2017 - 12:58.

Da quasi 40 anni, Comas Srl è sinonimo di garanzia e sicurezza nella progettazione e produzione di macchinari specializzati per il riempimento di liquidi e la chiusura di contenitori, sterili e non, per i settori farmaceutico, cosmetico e diagnostico.

In quasi 40 anni di attività, più di 1.200 macchinari installati in tutto il mondo e un business plan già programmato fino al 2020, con l’obiettivo di crescere sempre di più, non solo nel fatturato, ma anche nell’organizzazione aziendale, ricerca e sviluppo e nella logistica. Questo è lo stato dell’arte e la visione di Comas, azienda con sede a Poggibonsi (SI). Incontriamo Franco Cappelli titolare dell’azienda.

Sig. Cappelli ci parli dei nuovi macchinari Quest’anno abbiamo presentato tre nuove macchine. La prima per strip monodose in plastica, sulla quale abbiamo due brevetti internazionali: per la particolare movimentazione del prodotto e per la tipologia di chiusura dei contenitori, che avviene tramite irradiamento di calore, che determina un reale processo asettico del contenitore. La seconda è la COMBO Machine, che consente di produrre in modalità asettica fino a tre prodotti diversi all in one, ovvero il collirio, lo spray nasale e lo spray per gola con canula. La terza macchina è una linea di riempimento integrata e completamente asettica studiata per le carpoules delle anestesie dentali: a partire dal lavaggio per arrivare al tunnel di essiccazione, dalla sterilizzazione al riempimento, ad una velocità di 15.000 pezzi all’ora.

Qual è stato il macchinario più richiesto nel 2017? In termini assoluti la Combo Machine, in termini percentuali la macchina a moto continuo per le provette per le analisi del sangue, per la quale siamo tra i pochi costruttori al mondo. La macchina è in grado di produrre svariate tipologie di fialette, con un output di 12.000 pezzi all’ora.

Com’è andato l’anno appena concluso nella nuova sede? Abbiamo raggiunto e superato i risultati sperati e, ad un anno dall’insediamento nel nuovo sito produttivo, abbiamo chiuso il 2017 con un +35% di ordinato e un +20% di fatturato rispetto al 2016. Questo ci ha consentito di poter assumere sei persone nuove e di dedicare una risorsa esclusivamente al reparto costumer care, potenziando il servizio di assistenza ai clienti.

Programmi per il prossimo futuro? A giugno parteciperemo alla fiera Achema a Francoforte, la più importante a livello globale per il settore e a novembre saremo per la prima volta in India a Mumbai al CPHI. Ovviamente in queste occasioni saranno presenti tutti gli agenti che abbiamo nei paesi del mondo: dall’America all’Africa, passando dai paesi arabi e del sud-est asiatico, per arrivare ai paesi dell’Ex Unione Sovietica e naturalmente quelli europei.

Comas Srl Stabilimento Produttivo: Via Toscana, 22 Poggibonsi (SI) Tel. +39 0577.980248 Sede Legale: Via Cigliano, 10 San Casciano Val di Pesa (FI) www.comas-machines.com

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Inside Dolce & Gabbana’s plan for its €1 billion beauty business

By Kati Chitrakorn

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Dolce & Gabbana is taking beauty back in-house in a bold strategic move that runs counter to the approach of many luxury fashion brands.

The Italian house is in the process of establishing a new business, Dolce & Gabbana Beauty, which by January 2023 will assume 100 per cent control of the manufacturing, sales and distribution of its fragrance and makeup products — a €1 billion business, according to the company. Dolce & Gabbana Beauty will be based in Milan under the leadership of Alfonso Dolce, brother of Domenico Dolce and president and CEO of Dolce & Gabbana, and Gianluca Toniolo, who joins Dolce & Gabbana Beauty as operating CEO.

The announcement marks a transition for Dolce & Gabbana’s beauty business from licensed to direct operations. It goes against the grain of luxury peers like Burberry, Valentino, Salvatore Ferragamo, Prada, Christian Louboutin, Chloé and newest entrant Moncler, which have struck beauty licensing agreements with groups like L'Oréal, Coty, Puig and Interparfums in recent years, ceding much control to them in return for a percentage of annual sales.

Experts say Dolce & Gabbana’s move could pave a new route for brands as they take closer control of their retail and distribution channels, leading to strong relationships with customers and higher margins.

Alfonso Dolce, president and CEO of Dolce & Gabbana.

By Madeleine Schulz

By Lucy Maguire , Vogue Business

By Lucy Maguire

The launch of new company Dolce & Gabbana Beauty follows the conclusion of its licensing deal with Shiseido in December 2021. Since the release of its first fragrance in 1992, Dolce & Gabbana has created over 100 fragrances, including its bestselling Light Blue and The One scents. In 2009 the brand expanded into makeup, selling £30 lipsticks and £48 blushes at department stores. Shiseido has manufactured and sold Dolce & Gabbana branded perfume and cosmetics since 2016.

The two companies agreed to bring a partial end to their licensing agreement in April 2021 as part of Shiseido’s cost-cutting measures following the Covid-19 pandemic. The Japanese group has unveiled a three-year strategic plan that refocuses on the skincare segment, forecast to account for 80 per cent of Shiseido’s sales within the next two years. Shiseido will continue to produce Dolce & Gabbana beauty products worldwide until the end of 2022.

For Dolce & Gabbana, the move is an “important step” in the ongoing development of the brand’s “assets, skills and responsibilities”, Alfonso Dolce tells Vogue Business . “Dolce & Gabbana is a reflection of the cultural richness and beauty of Italy itself. Today we are pleased to announce this new phase in our growth as a proudly independent Italian house.”

“Dolce & Gabbana has a sizable business in the beauty sector because they started many years ago and some of their products have had evergreen success,” says Mario Ortelli, managing director of Ortelli & Co. While there isn’t a one-size-fits-all recipe for success in the beauty business, Orelli notes that Dolce & Gabbana’s strategy “goes in the different direction of most luxury brands [with beauty offerings], which have chosen to externalise rather than internalise”.

Direct operations vs licensing

It’s a big challenge. Few fashion companies have successfully managed their beauty businesses internally, says Ortelli. But for those who can make it work the rewards are significant. Ortelli points to Chanel and the LVMH group, which owns 15 brands including Christian Dior, Givenchy and Guerlain as well as younger brands such as Benefit, Fresh and Rihanna’s Fenty beauty line.

Both Chanel and LVMH handle their own product development, manufacturing and marketing. While Chanel does not disclose figures for its beauty and fragrance business, LVMH’s performance over the past decade has been promising. In 2010, it generated about €3 billion in sales from beauty and perfume on an operating profit of €332 million. By 2021, that had grown to €6.6 billion in sales with an operating profit of €684 million.

However, other brands that have tried to take this route have stumbled. Burberry brought its fragrance and beauty business back in-house in April 2013, following the termination of its licensing deal with Inter Parfums, but ended up struggling with cost and complexity. Switching the beauty unit to direct control from a licensing agreement more than doubled the group’s marketing spend and operating profit margins showed only a “modest increase”, according to Burberry’s financial results for the six months ended 30 September 2013. In April 2017, it rethought again, opting for a strategic partnership with Coty “to help drive a new phase of development and growth" for its beauty division.

By Christina Binkley

The road to making beauty work in-house is full of potential pitfalls. “The risk for taking the operations in-house is that you have to manage your fixed cost and that's why scale is important,” says Ortelli. “The other risk with managing the business internally is that it can be complex – you have to build up an organisation of experienced people and suppliers.”

If the switch succeeds, the rewards are very significant. “There’s a risk reward. If they 100 per cent own and control the business, then they’re going to benefit much more financially,” says Steven Ekstract, managing director of Global Licensing Advisors. “With a license, brands only get paid a royalty – on the higher end that’s 18 to 20 per cent of wholesale, which is about 50 per cent of retail. If a Dolce & Gabbana lipstick sells, the brand would receive only 9 per cent of profits while its license partner would get 91 per cent,” he explains. “That’s a big difference.”

Right now may be a clever time to act. The global luxury beauty industry is showing strong growth and will be worth $69 billion by 2025, according to the Bain Altagamma 2021 luxury study . “The beauty market is booming and Dolce & Gabbana recognises this,” says Ekstract. Traditional distribution channels are also evolving as consumers buy more beauty products online, he adds. “The retail model has changed. Brands are not as dependent on brick-and-mortar or high-end department stores where most of the sales took place in the last decade.”

Dolce & Gabbana beauty products are currently sold via the brand’s physical stores and e-commerce site as well as in luxury department stores and pure-play beauty e-tailers such as THG-owned Look Fantastic. Looking ahead, digital channels will evolve into a key area of focus, says Alfonso Dolce. “Dolce & Gabbana will approach the market in compliance with the traditional operational model, but considering the dynamic moment we are living in, we are working on the evolution of our methods of distribution in line with the expectations of both loyal consumers and the new generation who are increasingly interested in new shopping experiences,” he says.

New hires and product development

Luxury brand licensing first gathered momentum in the 1980s. The industry was much smaller and relatively fragmented, with little presence beyond traditional product categories and a handful of stores in major capitals.

French designer Pierre Cardin led the way for a licensing boom. As new aspirational consumers emerged globally, brands turned to licensing as an efficient means to increase the scale and reach of their businesses. This came at a price for those who overextended their licensing activities, says Ekstract.

Over time, many luxury houses expanded into cosmetics as they sought to attract new, often younger, consumers who could not necessarily afford a €2,000 handbag. “It’s an entry product category that can not only lead to more frequent purchases, but consumers might also then trade up to higher value product categories,” says Ortelli.

A Dolce & Gabbana Beauty store.

Beauty — as well as eyewear — became favourite product categories for licensing deals. But there is a hint of change in the air. Last December, LVMH bought back the remaining stake in its eyewear production joint venture. Kering has its own vertically integrated business, Kering Eyewear, launched earlier in 2014, which drove sales of €487.1 million last year.

The Dolce & Gabbana move will make it possible to “evolve” the brand experience in a unified language that combines fashion and beauty, Dolce tells Vogue Business . “This decision will allow us to approach, in the most direct way possible, the experience that our beauty customers can have, not only in relation to the product category, but also as a lifestyle and a sense of belonging to the brand itself,” he says.

Dolce & Gabbana Beauty operating CEO Gianluca Toniolo comes from LVMH, where he was most recently country general manager of LVMH Perfumes & Cosmetics in Italy. He joined LVMH in 2009 from Guerlain and was appointed licenses and joint ventures director for Fendi in 2013 and chief operating officer for Acqua di Parma in 2015. “Toniolo has an international and very specialised profile; he has the suitable expertise for the path we want to implement,” says Dolce.

Toniolo’s appointment is one of many upcoming hires. Dolce & Gabbana Beauty plans to fill 130 to 150 new roles in Milan by March 2023, and another 100 to 120 overseas.

Product development and brand positioning are also key areas of investment, with new launches in the pipeline for 2023, says Dolce. To date, the brand has signed third party deals with Intercos, Cosmint, ICR and other specialist manufacturers in Italy and globally to produce its fragrances and makeup products from 2023.

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